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Quanti pezzi di vita, quante prime volte, quanti momenti speciali sono legati ad una casa! Emozioni di una home stager...

Oggi ho disallestito una casa, una bellissima casa. Una villa indipendente con giardino meravigliosa. Era in vendita da oltre tre anni ed aveva fatto il giro di varie agenzie immobiliari fino ad incontrare l’agenzia Giampaolo Magnani di Cesena che ha deciso di affidarmi l’immobile prima di presentarlo sul mercato.
Dopo la sua valorizzazione tramite l’allestimento di home staging ed un’ottima campagna a cura dell’agenzia immobiliare, la casa è stata venduta in soli due mesi! Una grande soddisfazione. Una nuova conferma che presentare gli immobili sul mercato in maniera adeguata fa la differenza. Ma il punto è un altro…
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Oggi mentre impacchettavo le mie cose per smontare l’allestimento prima del rogito, mi sono emozionata più volte. Ho conosciuto la famiglia che la possedeva e che ha abitato quella casa fino a un po’ di anni fa.
Tre figlie femmine (ora sposate con figli) babbo e mamma. Doveva essere una famiglia molto facoltosa ai tempi della costruzione della casa nei primi anni ’80 e lo si deduce sia dalle dimensioni della casa, che dal tipo di progettazione sicuramente a cura di un architetto di alto livello.
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Dalle finiture di lusso come le porte in massello fiammato, parquet di qualità ed un corrimano della scala che è un’opera d’arte moderna.
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Ma anche dal gusto nell’arredamento: dalla cucina Boffi, alle Spaghetti Chair di Alias.
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Non vivevano più lì da tempo. Le figlie hanno creato le loro nuove famiglie e vivono comunque vicine ai genitori in collina, a diversi chilometri di distanza.
Quando ho allestito la casa nello scorso agosto la mamma è venuta diverse volte. Guardava la sua casa, innaffiava le piante e rimetteva a posto il terriccio che ogni mattina gli uccellini tiravano fuori dai suoi vasi. Un rito quotidiano, un’abitudine. Si vedeva che era ancora molto legata a quella casa.
Mi sentivo quasi invadente con il mio allestimento ed avevo un grande rispetto per questa mamma; era evidente che si trattava si una donna forte, che ne aveva passate parecchie e che a volte può essere diventata anche un po’ dura nei confronti della gente e che ha messo da parte anche se stessa pur di proteggere la sua famiglia. Non so niente della sua vita ma questa è l’impressione che mi ha fatto.
Mentre smontavo il mio allestimento mamma e figlia portavano via le ultime cose svuotando scatole e cassetti mentre il padre si occupava della mobilia aiutato da due facchini. Mentre facevo le scale su e giù, carica di scatole e mobiletti, non potevo fare a meno di pensare ai momenti di vita vissuta in quella bellissima casa. Alle tre bimbe che correvano intorno al tavolo di cristallo con i loro gridolini, al padre che le sgridava perché voleva sentire il telegiornale e alla mamma che le richiamava in cucina. Alla pentola fumante sul gas, al camino acceso, alla tavola apparecchiata.
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E mentre portavo il materiale in macchina ripercorrevo quei gradini che dal portico portano al cancello pedonale e mi immaginavo la scena della figlia che per la prima volta esce da sola la sera, il ragazzo fuori dal cancella che la aspetta in macchina e la mamma che la guarda dietro ai vetri di quella strana finestra triangolare.
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Ci vedevo una famiglia felice e chiassosa in quella casa. Mi sono ricordata di quando sono andata a Barcellona l’anno scorso ed ho fatto la visita di Casa Batllo con l’audioguida virtuale. Mentre dalle cuffie ascoltavo la storia della casa potevo muovere un palmare dove potevo vedere la stessa stanza ma animata e vissuta. Difficile da spiegare. Forse questa foto rende meglio l’idea:
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Quando ho chiesto alla signora se fosse stata contenta del risultato mi ha raccontato che gestisce un negozio non lontano da quella casa e, abitando fuori zona, si fermava lì da sola ogni giorno per fare una veloce pausa pranzo, innaffiare le piante e controllare che fosse tutto in ordine anche se da tempo non ci abitava più nessuno.
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Poiché per allestire ho pulito la cucina ed ho vestito la tavola con una bellissima tovaglia in lino e pizzo (di ArtePura Daniela Dallavalle) mi ha detto che non ha più potuto appoggiarsi lì per la pausa pranzo per non rovinare l’allestimento. Questo l’ha aiutata a prendere un po’ le distanze dalla sua casa. Mi ha detto che si sentiva sollevata.
E’ stata un’esperienza molto forte per me lavorare in quella casa. Mi sono commossa più volte immaginando quelle scene. Quanti pezzi di vita, quante prime volte, quanti momenti speciali sono legati ad una casa! Non deve essere stato facile per quella famiglia fare una scelta del genere e chissà quanto erano forti e cariche di sofferenza le motivazioni.
Ma ora è stata venduta. A giorni arriveranno gli operai, gli arredatori e la casa prenderà una forma nuova ad immagine e somiglianza dei nuovi proprietari e si preparerà ad accogliere nuove storie di vita. Tutto bene quindi, la favola ha il suo bel lieto fine. Ma molte emozioni mi sono rimaste nel cuore, non posso fare a meno di pensarci. E ogni volta mi commuovo.
 

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